Cyberbullismo
I Nativi digitali? Più che bravi informatici li definirei bravi pigiatori di tasti”: come demolire una falsa leggenda in dieci secondi! Le parole sono del Commissario della polizia postale e delle comunicazioni di Ancona, dott. Giovanni Bonomo, invitato dalla prof.ssa Lidia Maria Mariotti, referente per la Prevenzione e contrasto del cyberbullismo dell’Istituto tecnico Bramante Genga, per parlare del fenomeno in oggetto agli studenti e alle famiglie .
E’ stato un incontro ricco di informazioni e dati ma disteso, cordiale più che tecnico, senza distacco: alla relazione del commissario si è infattispesso sovrapposta la parte emozionale e comprensiva dell’esperto che però è anche padre di due ragazzi adolescenti, quindi intimamente coinvolto in quanto ha voluto comunicare alla platea.
Dopo aver illustrato i compiti e le attività svolte dal suo Corpo, il commissario Bonomo ha particolarmente insistito sul concetto di Reputazione digitale, ad indicare il profilo che degli individui viene tracciato in rete in base alle attività che essi vi svolgono. “Le tracce della nostra vita sul web sono indelebili” e ciò che viene pubblicato o condiviso resta per sempre ed ha quindi ovvie ricadute sul futuro, sulle scelte personali, sulle opportunità professionali etc. Nessuna legge, neppure quella tanto auspicata e finalmente varata il 9 agosto del 2019 sul reato di “Revenge porn” (diffusione illecita di immagini o di video sessualmente espliciti) può infatti fermare la potenziale e difficilmente controllabile diffusività di video e immagini.
Gli adolescenti vivono la realtà virtuale come fosse una bolla nascosta ed inviolabile, nella quale i confini del lecito e del possibile sono estesi oltre limiti inimmaginabili: ne è prova la diffusione del fenomeno del sexting: con questo termine si intende lo scambiarsi contenuti piccanti attraverso smartphone e computer, molto di moda soprattutto tra i più giovani. Questo si basa sulla libera volontà delle parti di scambiarsi messaggi di un determinato tipo e costituisce un illecito. Purtroppo capita che quando le relazioni si interrompono il contenuto sessualmente esplicito venga divulgato a terzi, senza il consenso di chi è ritratto; in questa ipotesi si configura il reato di revenge porn.
Scarso autocontrollo si riscontra anche nel fenomeno dello “hate speech” – espressione spesso tradotta in italiano con la formula “incitamento all’odio” per indicare un genere di parole e discorsi che non hanno altra funzione a parte quella di esprimere odio e intolleranza verso una persona o un gruppo, e che rischiano di provocare reazioni violente contro quel gruppo o da parte di quel gruppo. Diffamazioni e calunnie sono frequentissime nel web e per fortuna ora si sta iniziando a denunciare chi utilizza questa forma di linguaggio.
Il relatore indugia a lungo anche sulla diffusione di dati sensibili o personali, oggetto di enorme interesse per le società commerciali che si appoggiano proprio per questo scopo ai social network: queste pratiche, oltre a fare di noi dei soggetti interessanti come consumatori da bombardare di pubblicità pressanti e mirate, comportano un notevole rischio di fornire informazioni riservate o di cadere in una delle infinite truffe telematiche.
I genitori ed i ragazzi presenti, dopo aver ascoltato con attenzione, hanno rivolto al relatore numerose domande, la più sentita delle quali era senz’altro quella relativa al Cosa fare per evitare tranelli o guai in rete. La risposta? NON scaricare film o musica in modo non lecito (rischio virus); controllare bene su Google o comunque in rete le recensioni di contatti con i quali si stanno avviando relazioni di natura personale, o finanziaria o commerciale; fare molta attenzione a ciò che si scrive ed alle parole con cui lo si fa; immettere meno informazioni possibile; non postare nulla che non vorremmo vedere girare in rete anche fra qualche anno; non essere ingenui e quindi incentivare le opportunità di informazione e conoscenza attraverso momenti divulgativi come quello in corso.
Come ha ricordato, in chiusura dell’incontro, anche il prof. Maurizio Torcasio, componente dell’equipe formativa territoriale delle Marche per il PNSD, “Nell’informatica nulla è inviolabile: quindi è fondamentale saperne fare un uso corretto, spiegando quali sono le opportunità ma anche i rischi”. Uno dei genitori presenti ha infatti commentato “Ai nostri figli diamo in mano una Ferrari quando ancora non hanno l’età, né la maturità, né le competenze per poterla guidare. Questo incontro ci ha resi ancora più consapevoli che questa non è solo una metafora efficace, ma un allarme forte, da ricordare. Spesso per stanchezza o per eccesso di impegni sottovalutiamo che avere un figlio che sta a lungo nella propria camera con un pc o un cellulare in mano non è meno rischioso che saperlo fuori, in giro chissà dove nel paese o nella città”.
L’uso di Internet non va ovviamente demonizzato: la rete costituisce una risorsa inestimabile, anche per la didattica, per la quale rappresenta un ottimo strumento. Come per tutti gli strumenti, quindi, l’esito dipende dall’utilizzo che se ne fa ; le problematiche e i lati negativi vanno gestiti sia dal punto di vista della formazione, sia dal punto di vista legislativo.
Patrizia Lucangeli