I giovani e il Tempio di Ise
Riportiamo uno stralcio dell'intervista all'Architetto Renzo Piano pubblicata sul Corriere della Sera il 2 aprile 2020. A nostro parere un bellissimo messaggio di speranza e fiducia nei nostri giovani.
"E lei cosa vuol fare, quando tutto questo finirà?
«Dedicare ancora più tempo e impegno ai giovani. Tra poco mi collegherò con i ragazzi del Senato, dodici architetti che seguono tre progetti per tre spazi pubblici a Padova, Modena, Palermo. Quando ho compiuto sessant’anni, ormai molto tempo fa, con mia moglie feci un viaggio in Giappone, e visitai il tempio di Ise. Sa perché è importante il tempio di Ise?».
Non ne ho idea.
«Viene distrutto e rifatto ogni vent’anni. In Oriente l’eternità non è costruire per sempre, ma di continuo. I giovani arrivano al tempio a vent’anni, vedono come si fa, a quaranta lo ricostruiscono, poi rimangono a spiegare ai ventenni. È una buona metafora della vita: prima impari, poi fai, quindi insegni. Sono i giovani che salveranno la terra. I giovani sono i messaggi che mandiamo a un mondo che non vedremo mai. Non sono loro a salire sulle nostre spalle, siamo noi a salire sulle loro, per intravedere le cose che non potremo vivere»."
Approfondimento: Il Grande Santuario di Ise
Il Santuario si trova nella prefettura di Mie, nella regione del Kansai, in Giappone. E' composto da più di 100 piccoli santuari autonomi, divisi in due blocchi principali, che sorgono al centro di un'estesa area boschiva.
Una delle particolarità di questo santuario è la ricostruzione che avviene ogni 20 anni, tramandando di generazione in generazione i metodi e tecniche della tradizione: non vengono utilizzati chiodi, tutta la struttura è costruita in legno con un complicato sistema ad incastro. Questo ciclo trae fondamento dalla visione Shintoista dello "wabi-sabi", basata sull’accoglimento della transitorietà di tutte le cose, che muoiono e si rinnovano.
Nel 2013 il santuario è stato ricostruito per l'ultima volta, perciò l’attuale complesso resterà al suo posto fino al 2033, prima di essere distrutto e ricostruito nuovamente.