In ricordo di Roberto Paolucci

L'uomo è dove è il suo cuore, non dove è il suo corpo.
(Gandhi)

Caro Roberto,

 di sicuro un po’ del tuo cuore è e resterà nella nostra scuola, che tanto hai amato.  Nelle aule delle tue classi, nei laboratori, nei tanti progetti ai quali hai dedicato le migliori energie di questi anni. Anni durante i quali hai  sognato, ideato e realizzato un  numero infinito di occasioni  di vita , di apprendimento e di esperienza per gli studenti  del nostro Istituto.

Non le dimenticheranno, quelle ore, quelle lezioni, quelle sfide pazzesche dentro le quali li lanciavi, incoraggiandoli a fidarsi di loro stessi in primis, e poi delle capacità che avevano acquisito negli anni di scuola. Spronati da te, quasi spinti all’inizio, molti di loro hanno affrontato per la prima volta dei compiti inediti e nuovissimi, e ne sono usciti ogni volta più forti. Più pronti ad affrontare gli incarichi e  gli impegni che il prosieguo della vita avrebbe loro  richiesto. E grati verso chi li aveva incoraggiati a fare di più, anche quando quel di più era costato lacrime e fatica, ore a sudare sui fogli, trepidazione e a volte timore di non riuscire.

Il tuo rigore nelle ore di scuola contrastava con la simpatia che mostravi nelle occasioni di svago; lì sapevi metterti in gioco, stare allo scherzo anzi promuoverlo. Sembravi un altro Roberto, in quei momenti, e come sempre avviene questa sorpresa della tua umanità semplice e giocosa stupiva ed incantava chi ti aveva sempre visto impeccabile e serio, con la tua camicia celeste e la borsa di pelle che conteneva i compiti da correggere , i progetti da rivedere , gli appunti per la lezione dell’indomani.

Hai sognato in grande, per la scuola: credevi moltissimo nel suo valore, nel suo ruolo sociale, nell’innovazione e ti sei sempre speso con generosità per realizzare il cambiamento in cui confidavi per rilanciarne il peso, per attualizzarla nel mondo di oggi. La vedevi come un centro di propulsione ed insieme di raccolta: di idee, di fermenti, di relazioni, di compiti innovativi, di estensioni funamboliche in campi mai prima solcati dai percorsi tradizionali. E di questa rete attiva e variegata gioivi e ti rendeva fiero vedere i tuoi ragazzi impegnati nei suoi punti nodali,  e  poter raccogliere il consenso, la stima e l’apprezzamento di chi intravedeva la bellezza delle tue sfide, ma sapevi anche accogliere le riserve di chi non le condivideva con garbo ed eleganza, senza serbare rancore.

Non era facile conoscerti, Roberto. Il tuo riserbo, la riservatezza intorno alla tua persona, non rendevano facilissimo avvicinarsi al tuo mondo. Lo si poteva scorgere, a volte, dalle poche parole sul tuo privato che riservavi ad  alcuni momenti di maggiore confidenza. E lì, il primo posto, l’unico forse per il quale aprivi un varco, era sempre per gli amatissimi figli , al centro del tuo cuore in ogni momento.

Ti ricorderemo, Roberto, con affetto e gratitudine, anche se il verbo ricordare  sembra  così  assurdo se riferito a te, ancora così vicino a noi ed alle nostre giornate di scuola e di vita.