Io Capitano

Giovedì 21 settembre  diverse   classi del triennio dell' Istituto Tecnico Bramante Genga sono state accompagnate dai docenti al Cinema teatro Loreto per assistere ad una proiezione riservata di "Io capitano", di Matteo Garrone.
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 Il film,   designato dall'Italia per la corsa all'Oscar per il miglior film internazionale, racconta la storia di Seydou e Moussa:  hanno sedici anni, amano la musica e sognano l'Europa. Per mesi  fantasticano sulla loro vita   da musicisti, su un palco, a fare concerti e "firmare autografi ai bianchi". Lavorano di nascosto dalle famiglie per mettere insieme i soldi necessari per partire ed infine lasciano il loro paese in un mattino pieno di sole, di promesse e sogni.
 Attraversano i sensi di colpa per la fuga, poi il deserto e  gli orrori dei centri di detenzione in Libia, le torture, la moderna schiavitù ed infine i pericoli del mare. Attraversano il male assoluto, la violenza più bieca, la malvagità, il cinismo, l'indifferenza, i gretti ed ottusi  confini mentali e ideologici di chi crede  solo nei confini.  
Durante il lungo viaggio perdono tutto: i soldi, la salute, la lievità  dei loro pochi anni ...ma non perdono mai  il calore umano nel sostenere chi è in difficoltà, la fermezza nel   non lasciare  indietro nessuno, nel voler salvare tutti, ogni vita, per quanto fragile  ed appesa a poche certezze di farcela essa sia. 
Un applauso scrosciante, liberatorio e  spontaneo della sala   ha accompagnato  la nave che approdava finalmente nel porto, carica  di un'umanità dolente della quale nei minuti finali della pellicola ci si sente tutti un po' responsabili, capitani incaricati dalla nostra condizione di essere umani di non voltarsi dall'altra parte perché ogni vita ha valore .
E poi sul palco della sala,  come nel sogno dei due protagonisti,  sono arrivati dei ragazzi . Vengono  dal Mali, dalla Nigeria, dal Senegal, dal Bangladesh, dal Camerun, dalla Libia... e sono ospiti a Pesaro del SAI, sistema di accoglienza e integrazione del comune di Pesaro  per giovani rifugiati e richiedenti asilo. Ad una platea di studenti, più o meno coetanei, hanno raccontato le loro storie, non molto dissimili da quella del film.
 I problemi di Paesi stritolati dalla povertà o dalle guerre, dalle mafie o dagli integralismi.
I sogni: la libertà, i diritti, lo studio, il calcio, un lavoro, la garanzia delle leggi. 
Il viaggio: lungo, doloroso, per ognuno diverso ma uguale nella ferocia e nello strazio.
L'arrivo: l'Europa e l'Italia viste come luoghi in cui vivere nella sicurezza delle regole condivise, la  speranza  di lavorare, di poter aiutare le famiglie rimaste in Africa, di  avere -come ha detto uno di loro- " la mia seconda vita".
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