L’economia della cultura: da élite a community
Pesaro 2024 capitale italiana della cultura è il traguardo di un percorso iniziato molto tempo fa e l’occasione per una crescita futura. Il legame tra economia e cultura e la sua rilevanza per uno sviluppo sostenibile del territorio sono stati al centro del seminario che l’istituto Bramante Genga ha organizzato il 13 dicembre per i suoi maturandi e la sua città.
Dopo il saluto della dirigente Cinzia Biagini e dell’assessore Camilla Murgia, quattro testimoni illustri hanno esplorato le diverse facce di questo rapporto, stimolati dalle domande degli studenti, con un occhio alle prospettive future.
Cosa sia la cultura, in fondo, è un sentire dell’anima, ma cosa può dare al nostro territorio è un fatto concreto: dagli esempi internazionali di Community Based Tourism quale nuova frontiera di esperienze culturali autentiche e immersive, portati dall’esperto di sviluppo turistico territoriale Gilberto Zangari, ai grandi eventi musicali come il Rossini Opera Festival che dal 1980 dà lustro alla nostra città attirando migliaia di turisti, come racconta il direttore Cristian Della Chiara, per arrivare all’arte e all’architettura che devono riconoscenza a imprenditori mecenati sensibili alla bellezza, come Franco Signoretti che ha restituito Palazzo Perticari al nostro centro storico e il Comitato cultura di Confindustria Pesaro Urbino.
Il direttore Andrea Baroni traccia un filo tra ingegno e valore (il giusto profitto), testimoniando l’impegno che ha consentito di restaurare le opere visitabili presso i Musei Civici di Palazzo Ciacchi e a dar vita a iniziative come Museimpresa: l’economia É cultura, nel momento in cui valorizza le straordinarie capacità manifatturiere italiane, motore di sviluppo sostenibile e cardine d’una diffusa cultura economica, sociale e civile. Da élite a community, dunque, dove a fronte della nuova tendenza della Yolo Economy (you only live once) in cui soprattutto i giovani ricercano un equilibrio tra vita professionale e privata, dando priorità al benessere personale, la cultura può davvero coniugare cibo per l’anima e ricchezza economica per il territorio.