Riflessioni


Condividiamo nel sito d'istituto le bellissime riflessioni che una nostra docente, la professoressa Maura Maioli, ha postato sulla sula pagina Facebook.

 

"In questo tempo che ridefinisce le abitudini, violo l'abitudine di non postare nulla su facebook, con poche riflessioni che penso siano comuni a molti. Lo faccio perché questi giorni non si limitino a passare ma sostino un po'. In questo tempo strano (insolito e mostruoso) ho capito per certo che abbiamo bisogno di molto meno di ciò che abbiamo, che l'uomo sveviano 'attivo e triste' può essere meno attivo e, forse, meno triste. La natura, con il pesco fiorito davanti alla mia finestra, è leopardianamente indifferente al mio destino, anzi gioisce se me ne sto ferma nella mia casa, si risana. Ho intuito che il tempo si può ritrovare, quello per me, per i miei cari, e sono grata di avere con me buoni libri e buoni film, sentendo con più forza di sempre che la vita acquista senso fuori dalle cose materiali.

L'ho sempre saputo che lo Stato è importante, che il pubblico non può essere sostituito dal privato, che la sanità e la scuola sono le fortezze del mondo, che un medico e un maestro sono ciò a cui non possiamo rinunciare, ma ora è evidente. Insegno da casa e ringrazio la tecnologia pur sapendo che la voce, lo sguardo, il gesto e il corpo sono insostituibili nel trasmettere l'amore per la conoscenza, e ora lo sanno anche i miei studenti digitali. In questo tempo virtuale ritrova forza il mondo reale. Ho sempre avuto grande rispetto delle regole, anche quando non imposte, e sempre pensato che l'egoismo non funzioni nelle situazioni difficili.

Tutto questo vorrei ricordare quando sarà finita, per non tornare alla normalità ma in un mondo che, risanato, sappia essere migliore di prima.

Ma ho anche dei timori, non lo nascondo. Per esempio, di abituarmi, in questo tempo strano, alla restrizione della mia libertà e al controllo. Ho paura di guardare l'altro con il sospetto che sia un untore. E se ho scoperto che posso vivere con meno, non voglio però accontentarmi di un computer con una connessione veloce. Ho paura che il mondo si riduca a questa mia casa, infinita in questi giorni, ma insufficiente, anche se mi fa sentire più al sicuro. Temo la chiusura delle frontiere, il ritorno dei visti e dei passaporti; temo che il mondo ritorni ad essere lontano e che l'Europa, il suo sogno, scompaia per sempre.

Non vorrei, in questo tempo strano, imparare l'idea della morte solitaria, della sepoltura illacrimata, e accettare che qualcuno sia più sacrificabile di altri.

Voglio ricordare anche tutte queste paure, quando sarà finita. E' un augurio, per me, per tutti."